Le opportunità di finanziamento per i processi di Contratto di Fiume

Due giornate organizzate dall’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume del Ministero della Transizione Ecologica per discutere di strategie e approcci da seguire per individuare forme di finanziamento, pubbliche e private, a sostegno dei Programmi di Azione dei Contratti di Fiume.

Sono numerose, molteplici e di varia natura le opportunità di finanziamento di cui possono usufruire i processi di Contratto di Fiume. È quanto è emerso dall’incontro tecnico “Il supporto finanziario ai processi e Programmi d’Azione dei Contratti di Fiume. Fabbisogni e opportunità” che si è svolto il 15 e 16 giugno.  Un’iniziativa organizzata dall’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume con l’obiettivo di favorire il confronto e la discussione sulle forme di finanziamento che possono rappresentare un valido sostegno per i processi di Contratto di Fiume (CdF), affrontando per la prima volta anche questioni inerenti la finanza strutturata e privata.

L’evento si è aperto la mattina del 15 giugno con i saluti istituzionali da parte del Ministero della Transizione Ecologica – rappresentato da Barbara Burzotta, dirigente della Direzione Generale per la sicurezza del suolo e dell’acqua – e di Sogesid SpA, soggetto attuatore del progetto CReIAMO PA, rappresentato dal Presidente e Ad, Carmelo Gallo.

Teresa Federico, referente della Linea 6 WP2 del progetto CReIAMO PA, all’interno della quale sono inserite le attività dell’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume, ha poi introdotto e spiegato l’articolazione delle due giornate.

I lavori sono proseguiti con una sessione introduttiva, moderata da Davide Russo, responsabile Relazioni Esterne e Comunicazione di Sogesid SpA, durante la quale si sono alternati gli interventi di Vito Borrelli (Rappresentanza in Italia della Commissione Europea), Luca D’Agnese (Cassa Depositi e Prestiti) e Riccardo Monaco (Agenzia per la Coesione Territoriale) che hanno tracciato un quadro generale di contesto soffermandosi sulle forme di finanziamento europee e nazionali, che, nell’ambito delle politiche verdi e di transizione ecologica, rappresentano delle valide opportunità per i processi di CdF.

I lavori della giornata sono poi proseguiti con gli interventi di Germana Di Falco (Agenzia per la Coesione Territoriale), Gabriele Pasquini (Presidenza del Consiglio dei Ministri e membro del board “Senior Infrastructure and PPP Officials Network”, OCSE), Sara Valaguzza (Università degli Studi di Milano e Presidente dell’Associazione Europea del Partenariato Pubblico Privato) e Veronica Vecchi (Università Bocconi) che hanno dato vita ad un primo scambio di conoscenze e esperienze, confrontandosi sulle sfide che i CdF dovranno affrontare nella nuova programmazione e sulle prospettive che i Partenariati Pubblico Privati possono offrire, evidenziando anche alcune modalità attraverso le quali poter utilizzare le risorse di cui i processi di CdF potranno disporre.

La giornata del 16 giugno si è invece focalizzata sul ruolo che le Regioni possono e sono chiamate a svolgere per finanziare i processi di CdF, anche in funzione di quanto emerso dalla risoluzione n. 7-00555 del 18 novembre 2020, approvata dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, che ha evidenziato la necessità di sostenere un rafforzamento dei CdF, a partire dall’assegnazione di un ruolo specifico all’interno della nuova programmazione europea 2021-2027, invitando le Regioni a promuoverli, attraverso premialità e incentivi, nelle misure dei loro programmi operativi.

Cristiana Avenali (Regione Lazio), Oriana Cuccu (Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri),), Elena Jachia (Fondazione Cariplo), Paolo Mancin (Regione Piemonte), Patrizio Schiazza (Regione Abruzzo) e Giovanni Vetritto (Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie, Presidenza del Consiglio dei Ministri) si sono confrontati sul ruolo delle Regioni nell’incentivazione dell’utilizzo dei fondi messi a disposizione dalla nuova programmazione, al fine di promuovere e creare sempre nuove opportunità per l’implementazione dei CdF.

Nella seconda parte della mattinata Chiara Candelise (Ecomill), Vera Corbelli (Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale), Maria Grazia Falciatore (Regione Campania), Maurizio Nicolai (Regione Calabria) e Andrea Zotti (Regione Puglia) hanno dibattuto sulle sfide che le Regioni cosiddette “in ritardo di sviluppo” dovranno affrontare nell’utilizzo di finanziamenti all’interno della nuova programmazione, a sostegno, soprattutto, di politiche e strategie multi-obiettivo.

Le due giornate sono state caratterizzate da un vivace scambio e un interessante dibattito anche rispetto al ruolo che i Contratti di Fiume dovranno assumere nell’ampio quadro delineato di opportunità finanziarie, in coerenza con le finalità, gli obiettivi e le esigenze della pianificazione in ambito di distretto idrografico e con il sistema della pianificazione nel suo complesso.

Dovranno configurarsi sempre più come strumenti stabili, con partenariati solidi e Programmi di Azione di qualità al fine di potersi candidare non solo a finanziamenti regionali e europei ma risultare attraenti anche per forme di finanziamento private o basate sul crowfunding.

Numerose e nuove sono quindi le possibilità finanziarie che si configurano per questi strumenti partecipati, importante sarà fare in modo che nel prossimo futuro, i CdF siano in grado di coglierle e di utilizzarle correttamente per una sempre migliore, più solida e partecipata gestione dei bacini idrografici.

L’iniziativa rientra nelle attività di cui alla Linea di intervento L6‐WP2 “Gestione integrata e partecipata dei bacini/sottobacini idrografici” relativa al Progetto CReIAMO PA “Competenze e Reti per l’Integrazione Ambientale e per il Miglioramento delle Organizzazioni della PA”, finanziato nell’ambito del Programma Operativo Nazionale PON Governance e Capacità Istituzionale 2014‐2020. L’attività è svolta dal MiTE con il supporto operativo e tecnico scientifico di Sogesid S.p.A.

 

 

 

 

 

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