L’estate sta arrivando e con essa le lunghe giornate calde e soleggiate, nelle quali viene naturale avere piacere e bisogno di stare all’aperto, di esporsi, di prendere il sole, sia consapevolmente sia inconsapevolmente, non tenendo conto dell’impatto che questa esposizione può avere sulla nostra pelle.
Ma qual è il livello di esposizione che può essere raggiunto in un contesto montano? Quale il grado di esposizione di chi passa, per svago o anche a titolo lavorativo, molte ore all’aria aperta?
Nell’ambito delle attività di ricerca e monitoraggio dell’ambiente, ARPA Valle d’Aosta e il Parco Naturale del Mont Avic, in collaborazione con Sapienza – Università di Roma, vogliono fornire una risposta a queste domande e avviano la campagna sperimentale “UV Watch – Misurare l’esposizione umana alla radiazione ultravioletta solare”, presentata nel corso della conferenza stampa di martedì 3 giugno, alla presenza dell’Assessore regionale alle opere pubbliche, territorio e ambiente Davide Sapinet e del Presidente del Parco Naturale Mont Avic Davide Bolognini.

Lo scopo della campagna sperimentale UV Watch
Durante i mesi di giugno e luglio, periodo di massima intensità dell’irraggiamento solare, il personale del parco sarà dotato di dosimetri elettronici indossabili al polso per rilevare la quantità di radiazione UV effettivamente ricevuta dalle persone durante le normali attività all’aperto, soprattutto in ambienti di alta quota.
L’obiettivo della campagna è determinare il rapporto tra la radiazione UV presente nell’ambiente e quella che effettivamente raggiunge l’organismo umano, un’informazione essenziale per valutare gli effetti dell’esposizione professionale e ricreativa in montagna.
La radiazione UV solare ha effetti benefici, come la sintesi della vitamina D, ma un’esposizione eccessiva rappresenta un fattore di rischio noto per lo sviluppo di tumori della pelle, come indicato da istituzioni sanitarie internazionali.
Monitoraggio della radiazione UV e l’attività di ARPA Valle d’Aosta
ARPA Valle d’Aosta monitora la radiazione UV ambientale dal 2004 con una rete di strumenti riconosciuta a livello europeo e globale. I dati raccolti in questi anni mostrano un aumento della radiazione UV che raggiunge il suolo, soprattutto in primavera ed estate, con una crescita media del 5% ogni dieci anni, in linea con osservazioni in altre stazioni europee.
Questo incremento è associato a una serie di fenomeni in atmosfera potenzialmente legati ai cambiamenti climatici, e rappresenta un’area di ricerca ancora aperta dove le peculiarità del nostro territorio alpino offrono opportunità di studio e conoscenza.
In anni passati, tra il 2007 e il 2015, ARPA ha svolto campagne analoghe coinvolgendo maestri di sci e sciatori nei comprensori di La Thuile e Cervino, in estate e in inverno. I risultati, per la loro importanza scientifica e l’originalità dei dati raccolti, sono stati inseriti nei rapporti delle Nazioni Unite sull’impatto ambientale delle variazioni dell’ozono e delle radiazioni UV connesse al cambiamento climatico.