A distanza di dieci anni dalla prima presentazione della Rete del giugno 2015, nella stessa prestigiosa Sala della Regina di palazzo Montecitorio, si è tenuto venerdì 18 luglio 2025 il convegno “10 anni in RETE”, per celebrare questo percorso di impegno condiviso, innovazione, inclusione e promozione della parità nelle pubbliche amministrazioni. Già nel 2015, oltre a Ispra alcune delle Arpa come Lombardia, Toscana, Campania sottoscrissero il documento originario di adesione e poi successivamente si sono aggiunte nel tempo anche le altre Agenzia: Sicilia, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Basilicata, Liguria, Piemonte, Sardegna, Umbria.
All’evento del 18 luglio, oltre ad Assunta Rita Distefano, Presidente dell’Osservatorio 04 della Rete Cug Ambiente e Presidente Cug di Arpa Sicilia, anche Simona Cerrai (Presidente Cug Arpa Toscana), Giacinto Ciappetta (Presidente Cug Arpa Calabria) e Susanna Nicoletta (Presidente Cug Arpa Veneto) hanno partecipato all’evento della Rete. Una realtà, quella della Rete Cug, unica nel panorama nazionale, che riunisce con intenti comuni, oltre 450 Cug di pubbliche amministrazioni con mission diverse, si presenta come una vera e propria comunità di pratica. Attraverso la condivisione di buone prassi la Rete dei Cug affronta sfide complesse per promuovere un cambiamento culturale e contribuire a creare una società più equa, attraverso la valorizzazione delle persone, l’inclusività, l’innovazione e la condivisione di valori e prassi. Negli anni, questa Rete è cresciuta ed è diventata una voce autorevole, luogo di formazione e confronto su normativa e giurisprudenza, laboratorio di idee, un punto di riferimento importante per le politiche di pari opportunità, parità ed inclusione, ma soprattutto un importante luogo di scambio di buone prassi e di crescita collettiva.
Nell’incontro del 18 luglio, alla presenza di circa 200 partecipanti, numerosi sono stati i contributi provenienti dal mondo politico e sociale, tra cui i saluti dell’on. Benedetto Della Vedova, del ministro Paolo Zangrillo e del cardinale Matteo Maria Zuppi, che hanno sottolineato l’importanza di un impegno condiviso per il benessere organizzativo, considerato elemento generatore di valore pubblico.
Carlo Mochi Sismondi ha moderato l’incontro ritenendolo un’occasione imperdibile per riflettere sul valore e sulle prospettive future del ruolo dei Cug nella pubblica amministrazione.
Sono seguite tre tavole rotonde che hanno dato spazio ad un confronto tra esperti/e e rappresentanti istituzionali per esplorare il valore della collaborazione in rete dei comitati, per presentare i migliori risultati delle politiche di inclusione realizzate in alcune grandi aziende pubbliche e anche per lanciare le ulteriori sfide a tendere della Pa.
Antonella Ninci, coordinatrice della Rete Nazionale dei Cug e presidente della Fondazione Rigel ha ricordato che “siamo partiti dalla firma di trenta Comitati e oggi abbiamo un trend in continua ascesa di adesioni. Una strada ricca di soddisfazioni e con tanti ostacoli da affrontare. È stato un percorso generativo dove i Comitati unici di garanzia sono diventati degli interlocutori delle amministrazioni”. Il compito della Rete adesso diventa ancora più sfidante dovendosi affrontare il cambiamento culturale in atto della Pa proiettata alla transizione digitale e all’intelligenza artificiale. “Oggi più di ieri il rafforzamento dei principi di etica, relazioni, benessere, inclusività e di rispetto è fondamentale”.
Nella prima, tavola rotonda intitolata “La forza della Rete: la somma che fa la differenza”, è stato affrontato il tema della Rete non solo come superamento dell’individualismo a favore di una dimensione collettiva e condivisa, ma soprattutto come un catalizzatore di energie, competenze e potenzialità dei vari enti. Grazie al contributo della Rete e all’impegno personale di ciascuna delle persone che compongono i Cug, la pubblica amministrazione potrà puntare sulla formazione e sull’ascolto, entrambi leve per l’aggregazione e l’attrattività. Particolarmente accurato l’intervento del professore Mariano Corso del Politecnico di Milano, che ha analizzato i bisogni e le aspettative attuali di lavoratori e lavoratrici, offrendo suggerimenti sulle leve organizzative da attivare perché ogni organizzazione possa tornare ad essere attrattiva per le nuove generazioni, imparando dalle organizzazioni di successo. Tra gli interventi anche il professor Angelo Benozzo della Conferenza nazionale degli organismi di parità delle Università ha paragonato il lavoro svolto dalla Rete alla carica innovativa e rivoluzionaria nata dall’esperienza dei collettivi femministi degli anni ’70.
Nell’ambito della seconda tavola rotonda è stato fatto il punto su “Politiche di pari opportunità e inclusione nella Pa: bilanci e prospettive in una realtà in cambiamento”.
Da statistiche ufficiali è emerso che nella Pa le donne risultano ancora in netta minoranza in merito alla copertura di posizioni apicali, anche a fronte di un numero mediamente superiore agli uomini e talvolta anche a fronte di un maggior livello di istruzione. Le donne fruiscono maggiormente di congedi parentali e permessi per svolgere ruoli di cura e assistenza, part time. È necessaria una maggiore spinta sugli strumenti di conciliazione tra vita lavorativa e familiare. Questo è un impegno forte della Rete tramite progetti e iniziative che ciascuna Pa traccia e monitora sul Piao e condivide anche attraverso il portale dei Cug che devono essere sempre in linea con le reali esigenze del personale.
Nella terza e ultima tavola rotonda, dal titolo “Costruire la Pa di domani: equità, innovazione e valore pubblico” è intervenuto il direttore generale dell’Inail Marcello Fiori il quale ha ribadito che “Il presupposto per ogni trasformazione e per ogni cambiamento è una transizione etica: la pubblica amministrazione cambia mettendo al centro delle sue politiche le persone e il proprio capitale umano“.
Le conclusioni della giornata sono state affidate a Oriana Calabresi, coordinatrice della Rete Nazionale dei Cug (Fondazione Rigel), che ha evidenziato l’aspetto valoriale del percorso decennale della Rete, finalizzata a rendere la pubblica amministrazione accogliente e umana. “Dieci anni non sono un punto di arrivo, ma un trampolino per le nuove sfide verso il cambiamento – ha concluso Calabresi – La Rete è una comunità viva fatta dalle persone, dove a prevalere non è la gerarchia, ma lo spirito di collaborazione e le persone sono più forti quando sono unite”. L’incontro è stata l’occasione per ricordare il passato, riflettere sul presente e porre le fondamenta per una moderna Pa che deve porre al centro delle sue politiche le persone.
